Vincere i pensieri negativi, combattere con la nostra mente, tenerla sotto controllo con la meditazione, con un voluto distacco: funziona per tutti contro ansia, depressione, rabbia, cattivo umore, nervosismo, miglioramento dell’autostima? Per molti sì, altri potrebbero invece uscire sconfitti da quella che, se praticata male, è una lotta con la propria mente. Il dottor Shawn Smith, autore di diversi manuali sul trattamento dell’ansia, come Surviving Aggressive People e The User’s Guide to the Human Mind: Why Our Brains Make Us Unhappy, Anxious, and Neurotic, and What We Can Do about It, propone invece, a chi non è portato per la meditazione, una strada alternativa, ovvero un’alleanza con la propria psiche.
Piuttosto che distaccarsi, osservarsi freddamente dall’esterno per dominare il tumulto di emozioni contrastanti che ci angoscia, bisogna conviverci, sguazzarci dentro quasi, per capire che la nostra mente non è un nemico e quasi sempre rema dalla nostra parte.
Anche le ansie, il pessimismo, in quest’ottica, vanno interpretate come un tentativo della nostra mente di difenderci da situazioni pericolose e non vanno soffocate immediatamente, vanno comprese, arrivando a capire che sono solo un modo della nostra psiche per tutelare la nostra incolumità.
Questo non significa trovare normali ed accettare passivamente ansie esagerate e fobie, autocritica eccessiva che spinge all’inazione ed insicurezze. Significa non considerarle necessariamente negative o un nemico interno da combattere, ma semplicemente guardarle per quello che sono, un meccanismo naturale di difesa del nostro io che vuole tenerci al riparo da delusioni, fallimenti e pericoli. A questo punto, e per molti funziona più della guerra al nemico interno autodistruttivo, si smetterà di preoccuparsi di queste sensazioni e non avranno più potere su di noi, le si considererà naturali e non un meccanismo da distruggere ad ogni costo, risparmiando energie vitali per dedicarci ad altro che non alla battaglia contro invisibili nemici interni.
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