Comunicare non è aprire la bocca e dargli fiato sbraitando una serie di pensieri aggressivi, ansiosi di arrivare al nostro interlocutore ma troppo presi da una foga scoordinata per riuscire a calibrare il tiro su un oggetto che sia diverso dall’io ossessionato dal prevalere sull’altro. Ricordate di partire dalla posizione di cui parlavamo tempo fa a proposito di un relazionarsi equilibrato: io sono ok, tu sei ok.
Nella vita di coppia riuscire a comunicare assume un ruolo ancora più cruciale per un rapporto duraturo e sereno, fatto di incontro e non di scontro. Bisogna innanzitutto assicurarsi di avere qualcosa da dire, avendo cura di non ripetere per l’ennesima volta concetti già espressi in precedenza, il classico disco rotto che tutti, anche i più pazienti, arrivano a detestare prima o poi, persino quando la stessa canzone la sta cantando ad oltranza il tuo artista preferito.
Poi bisogna sapere come dirlo. Capita di farsi tutto un discorso in testa prevenuto in cui già ci si figura una reazione del partner negativa a quanto gli stiamo comunicando, una posizione contro a prescindere, con il risultato di arrivare irritati ed agitati al dialogo. La comunicazione, che si tratti di esprimere un sentimento, un’emozione, disapprovazione, disaccordo deve necessariamente partire dalla posizione di cui sopra: io sono ok, tu sei ok. Non c’è punto di partenza migliore se l’obiettivo è davvero riuscire a comunicare con l’altro. La psicologa Marcia Eckerd su Psychology Today suggerisce di evitare ad ogni costo alcuni errori che possono compromettere la comunicazione in una coppia. Esploriamoli insieme.
Mai pensare ad una relazione come ad un’entità che ha vita propria. E’ un insieme perfettamente distinguibile di io più altro con due esistenze ben definite e con tutto quello che comporta farle incontrare costantemente, giorno dopo giorno, agire non come uno ma come due, cercando di conciliare attività che rendono felice sia l’io che l’altro. Mai trascurare se stessi piuttosto che il partner, piuttosto cercare punti di incontro soddisfacenti per entrambi. E’ il segreto dell’equilibrio di una coppia.
L’esercizio dell’ascolto è fondamentale così come la simpatia. Pensateci: quando un amico si lamenta, è triste, critica qualcosa, lo comprendiamo e lo ascoltiamo. Con il partner invece spesso l’espressione delle stesse emozioni viene intesa come una rimostranza nei nostri confronti, una colpa che ci viene rinfacciata, stiamo sulla difensiva piuttosto che ascoltare e percepire il disagio, piuttosto che sforzarci di comprendere. Un atteggiamento deleterio che dobbiamo impegnarci a modificare. Paradossalmente è proprio allontanandoci per un attimo dalla prospettiva chiusa della coppia come un’entità che riusciamo ad avvicinarci al partner, a sentirci più coinvolti in quello che prova l’altro, in quanto gli accade.
Sbagliato anche dare il partner per scontato così come far passare come ovvie tutte le cose che fa ogni giorno per noi per poi enfatizzare una piccola dimenticanza. Un po’ come fanno quegli specchi che accentuano un singolo difetto e fanno apparire tutto deforme.
Errato anche aspettarsi che il partner ci legga nella mente, interpreti tutti i nostri bisogni ed esigenze come per magia. L’amore non è un quiz. Bisogna comunicare, conoscersi e farsi conoscere. Siamo due che vogliono diventare un insieme, dobbiamo mostrare apertamente all’altro i punti in cui possiamo convergere, non nasconderli aspettando che li trovi, non si gioca a nascondino. Il rischio è di non sentirsi compresi senza aver mai provato realmente a farsi comprendere. Una sensazione a dir poco frustrante. Sveliamoci, non aspettiamo di essere intercettati: potrebbe anche non avvenire.
Metà della relazione, infine, dell’insieme, è sotto la nostra diretta responsabilità: non dimentichiamoci di assumerci colpe e meriti in misura uguale all’altro.
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