I mondiali di calcio non portano solo gioia e voglia di sentirsi per una volta “patriottici” sotto la stessa bandiera: questa competizione quadriennale porta anche molto stress nella vita del tifoso o dell’appassionato, che al carico dei suoi problemi più o meno gravi, aggiunge anche inconsciamente l’ansia da vittoria della propria squadra preferita.
Non chiedetevi perché ciò accada: volenti e nolenti succede. Forse perché è una delle poche cose che se funziona bene ci dà l’occasione di sentirci fieri della nostra bandiera. O forse perché nella ricerca di una pace o felicità in contesti quasi sempre pessimi, è più facile pensare ad un pallone che scivola su un campo da calcio che alla nostra vita. Il problema è che anche questo però è in grado di causarci ansia, alla quale noi dobbiamo dire di no. Perché ammettiamolo: ci si rende conto quando questo particolare tipo di ansia monta. E’ una sorta di “malattia” che colpisce grandi e piccoli, uomini e donne.
Quando ci viene un senso di nervoso generalizzato mentre vediamo le partite, quando ci viene voglia di mangiarci le unghie nella visione o un intero tavolo pieno di cibo spazzatura, beh: quello è il momento di dire basta e confrontarsi con se stessi. Si vuole continuare a seguire il mondiale di calcio? Ci si deve regolare nella gestione dell’ansia. Lo stress non deve portare a compiere azioni stupide. Si tratta di un gioco e come tale deve essere vissuto: è bene trarne positività, non lasciare che anche i mondiali di calcio aggiungano ulteriore stress.
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