La nostra scrivania è piena di pile di vecchi documenti e gadget inutili? I nostri cassetti sono caotici e sono necessari diversi minuti per trovare una matita? Oppure, al contrario, riordiniamo i nostri calzini seguendo criteri di colore e li pieghiamo sempre in modo impeccabile? L’ordine e il disordine sono due tratti fondamentali della nostra personalità: non si tratta di pregi o difetti, ma semplicemente due metodi per relazionarsi con il mondo esterno.
Sia l’ordine sia il disordine sono due caratteristiche del nostro comportamento. Tutte e due hanno degli aspetti negativi e dei lati positivi, ma se portati agli estremi possono causare notevoli problemi e in alcuni casi possono sfociare in tratti psicopatologici.
Essere disordinati è un modo per non rinunciare a nulla, per accumulare ricordi e mantenere immutate delle situazioni, illudendoci di non dover mai scegliere. Ci sembra infatti di poter rimandare delle scelte, anche se molto semplici. Spesso accumulare tutto e non dare mai una disposizione definitiva e precisa ci fa pensare di essere flessibili.
A volte il disordine è una forma di protezione, un meccanismo di difesa inconscio: lasciamo tanti oggetti in giro per la nostra casa e rinviamo tutti gli stimoli di razionalizzazione. Fare ordine significa infatti dover fare selezione e, in seguito, eliminare quello che è stato definito come superfluo. Eliminare dei semplici oggetti ci fa temere possibili conseguenze, come ad esempio la paura di perdere alcuni ricordi di momenti passati o di restare in difficoltà senza un particolare strumento.
Il disordine ci impedisce di dover realizzare un disegno razionale e di doverlo seguire rigorosamente. Spesso in questo modo proiettiamo sul mondo la confusione che regna dentro di noi. Altre volte coltivare il disordine è una forma di sentimentalismo: siamo attaccati alle cose che riempiono la nostra vita, manifestando insicurezza e bisogno di accumulare memoria e tracce del nostro vivere quotidiano.
Paradossalmente il disordinato ama fare ordine: periodicamente, infatti, compie dei riti purificatori che possono richiedere anche delle ore e che fanno riemergere oggetti persi da vista da tempo, si tratta quasi di un gioco che può dare piccole emozioni.
Chi è ordinato, invece, ha spesso un approccio più sistematico e costante con la vita di tutti i giorni. Ama affrontare le situazioni in modo diretto e lasciare la sua impronta nelle diverse attività. Tuttavia anche un eccesso di ordine ha i suoi difetti: a volte infatti una precisione estrema e l’intolleranza per il disordine possono essere sintomi di tratti ossessivi della personalità oppure di una tendenza a esprimere giudizi molto severi.
Meglio quindi scegliere il giusto mezzo: evitiamo gli estremi, sia per l’ordine sia per il disordine. Cerchiamo di trovare un nostro equilibrio fra le nostre inclinazioni naturali e la praticità per impostare uno stile di vita più corretto e anche una serena convivenza con chi ci circonda.
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