Dal greco aracno (αράχνη), “ragno”, e fobia (φοβία), “paura”. Come tutte le fobie, l’aracnofobia, è una paura irrazionale e spesso incontrollata, nel caso specifico dei ragni. Chi ne soffre, seppur consapevole che la maggior parte dei ragni presenti in natura, o comunque nell’area di residenza, non è pericoloso per l’incolumità dell’uomo, ne è terrorizzato.
Il pericolo viene percepito quando ci si imbatte in un ragno, in casa piuttosto che all’aperto, ma anche quando si sospetta la presenza degli aracnidi. Nei casi più gravi anche una foto particolarmente realistica di un ragno può scatenare una sensazione di ribrezzo e disgusto.
La reazione negativa di fronte ai ragni varia dal semplice e immediato allontanamento dalla fonte di paura a crisi più gravi che possono sfociare in attacchi di panico, urla ed un vero e proprio terrore che arriva a minare la sicurezza e ad influenzare pesantemente la qualità della vita.
Generalmente, chi soffre di aracnofobia lieve non cerca una cura alla paura dei ragni perché il ribrezzo temporaneo provocato dall’imbattersi in un ragno scompare dopo pochi secondi e comunque alla scomparsa dell’animale dalla vista, non compromettendo la vita sociale.
I casi gravi che generano veri e propri attacchi di panico dovrebbero invece essere indirizzati verso cure specialistiche appropriate. Generalmente il trattamento consiste nella desensibilizzazione. I pazienti sono invitati a scrivere delle loro paure, a guardare gli animali scatenanti ribrezzo e a controllare la reazione negativa ed esagerata di mente e corpo generata dalla fobia.
Oggi gli esperti utilizzano ragni virtuali per desensibilizzare chi è affetto da aracnofobia, che può interagire virtualmente con gli aracnidi e di fatto entra in una sorta di contatto diretto con la proprio paura, visualizzata sullo schermo, innocua. Anche se il processo richiede tempo, la maggior parte delle persone affette dalla fobia riesce a sconfiggere la paura irrazionale dei ragni.
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