Avete un capo molto esigente? Quando siete al lavoro avete molto spesso paura di sbagliare o di essere ripresi per alcuni errori che avete commesso? La paura sul lavoro è un’emozione diffusissima. Il timore di non essere all’altezza e di poter sbagliare frena l’azione di moltissimi lavoratori.
Nel momento in cui il datore di lavoro affida un compito molto importante ad un dipendente è naturale che costui sia spaventato, ma la paura è un’emozione che può essere tenuta sotto controllo. Sintomi fisici molto evidenti possono essere la sudorazione, il tremore, le palpitazioni, le mani fredde. Ma soprattutto i sintomi psicologici e comportamentali sono quelli che possono essere combattuti. Fondamentale è non pensare subito al peggio, ma affrontare con eccitazioni tutti i nuovi compiti che ci vengono affidati. Niente ansia, molte prospettive: questo è in breve il consiglio per tutti i lavoratori troppo insicuri. D’altro canto, i datori di lavoro devono comprendere che non è positivo adottare un tipo di comando autoritario. Ma è fondamentale che il capo possa motivare i propri lavoratori, aiutarli ad organizzare al meglio il proprio lavoro, sostenerli anche nel momento in cui stanno commettendo un errore. Il lavoratore, invece, deve considerare i consigli non come ordini o come delle bocciature definitive sulle proprie capacità.
È per questo che vogliamo prendere a riferimento le riflessioni di Francesca Romana Puggelli, autrice del libro “Gestire l’emotività sul lavoro. Come comunicare e controllare le emozioni”, edito da Il Sole 24 Ore Pirola. Le emozioni vanno gestite sul luogo di lavoro per poter affrontare al meglio i rapporti e i compiti che ci vengono assegnati. Bisogna, quindi, decidere in modo consapevole in che modo vivere le proprie emozioni piuttosto che eliminarle, anche se si prova rabbia o delusione. L’autrice, infatti, afferma:
Il lavoro è un luogo pieno di emozioni, si provano tutti i tipi di emozioni…anche perché occupa in genere otto ore della nostra giornata, come minimo. Sul posto di lavoro, come in qualsiasi altro ambiente della vita, insomma, emozioniamo e siamo emozionati
Foto Credits| moriza su Flickr
Ermanno 28 Dicembre 2012 il 03:05
Interessante articolo…è come dire ad un claustrofobico di non avere paura d’essere rinchiuso in una botte