Dopo l’ansia da radiazioni che ha spinto gli italiani al ritorno dal Giappone a sottoporsi ai controlli in ospedale benché provenissero da luoghi lontani dalle aree contaminate, a preoccupare ed angosciare gli italiani è in queste ore la crisi libica.
Ne parla all’Adnkronos lo psichiatra Massimo Di Giannantonio, delle paure irrazionali che può innescare una guerra così vicina e tangibile come quella in corso in Libia e che ci vede direttamente coinvolti anche per l’afflusso di rifugiati sulle nostre coste oltre che per la partecipazione militare.
Al contrario di quello che si pensa, spegnere la tv ed evitare di aggiornarsi continuamente non alleggerisce affatto l’ansia. Spiega Di Giannantonio, afferente all’Università D’Annunzio di Chieti, che è più consigliabile informarsi per riportare la paura ad una dimensione reale. Ma come vive il conflitto la nostra mente?
Le operazioni in Libia e l’intervento del nostro Paese stanno alimentando stress e ansia negli italiani. Il fatto è che stiamo vivendo un periodo di eccezionalità, con uno stato di guerra a pochi chilometri dalla nostra nazione. Un evento che ha un effetto perturbante sulla psiche, legato alla contrapposizione tra ciò che è normale e viene vissuto come sano, e ciò che non lo è.
La principale fonte di paura è la consapevolezza di avere un nemico così vicino e di non poter controllare gli eventi. Il conflitto fa saltare quel rapporto sereno tra l’io ed il mondo che porta ad essere sicuri e positivi.
Sappiamo che da qualche parte, anzi molto vicino, c’è qualcuno che non ha voglia di rapportarsi con noi.
Come reazione si sviluppa stress e preoccupazione, oltre che ipervigilanza e la paura di attentati terroristici in metropolitana, pericoli che, all’improvviso, si fanno meno remoti.
L’esperto prevede un boom di fobie dei mezzi pubblici e paura dei luoghi chiusi. Oltre che la paura dell’altro e del diverso, particolari luoghi o persone, come chi ha tratti mediorentiali, potrebbero fungere da catalizzatori di un timore irrazionale.
Il consiglio dell’esperto è di affrontare le paure documentadosi sul rischio reale e concreto del conflitto:
In questi momenti difficili è importante puntare sull’informazione: conoscere, leggere, aggiornarsi sui fatti, per riportare il pericolo a una dimensione reale, più facilmente gestibile razionalmente. Inoltre è fondamentale parlare, dialogare e condividere con gli altri le proprie emozioni e i propri pensieri negativi, tirarli fuori per imparare a controllarli.
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