Sono come degli intrusi che si affacciano con prepotenza nella mente mettendo su casa nelle idee, radicandosi alla razionalità, costringendo a pensarli e ripensarli infinite volte. Sono i pensieri ossessivi che ricorrono alla velocità della luce insinuandosi nel buon senso e seminando il panico: perché non riusciamo a liberarcene e come fare per tenerli a bada? E soprattutto, c’è qualcosa di sbagliato in chi è colpito da un pensiero intrusivo di cui non riesce a disfarsi e che lo tormenta?
Secondo quanto afferma il dottor Robert L.Leahy, psichiatra alla Yale University, questi pensieri assillanti si presentano spesso sotto forma di idee angoscianti come: “Ho il cancro”; “Non riesco a controllarmi”; “Ho commesso un errore”. Girano e rigirano nella mente come trottole al punto che l’individuo pensa ci sia qualcosa di sbagliato in lui e arriva a confondere il pensiero con la realtà. Ad esempio da “Non riesco a controllarmi” arriverà a credere che sia davvero così e simili.
Innanzitutto, spiega l’esperto, bisogna capire che pensiero e realtà non coincidono affatto e che capita a tutti di fare pensieri strani ed irrazionali. Questo non significa si concretizzeranno. Altro errore è cercare di scacciarli pensando sia sufficiente reprimerli per liberarsene.
Leahy è convinto che in questo caso sia utile la terapia cognitiva. Il problema non è il pensiero, ma quello che si cerca di fare con il pensiero, ovvero convincersi che sia reale. Studi condotti su persone che non soffrivano di disturbi d’ansia, hanno dimostrato che ben il 90% fa pensieri strani e ricorrenti. La differenza con chi soffre di disturbo ossessivo compulsivo è che i soggetti sani sanno che sono soltanto fantasie e non se ne impensieriscono. Al contrario di chi si autoconvince che si avvereranno. Ma pensateci, spiega il dottore, se così fosse saremmo tutti ricchi. Se pensate che i pensieri negativi possano realizzarsi perché non dovrebbero farlo anche quelli positivi?
Sforzarsi di non pensarci, conclude lo psichiatra, è controproducente. Se dici a qualcuno di non pensare ad un orso bianco, penserà ad un orso bianco: matematico. Allora, cerchiamo di non drammatizzare i pensieri strani, non c’è niente di anomalo in un pensiero bizzarro se rimane un pensiero, se invece arriva a condizionarci dobbiamo contattare uno specialista che ci aiuterà a scovare dove e da cosa nasce il pensiero ossessivo, è lì soltanto che si apre un margine di intervento. Non bisogna sopprimerlo quando si affaccia nella mente, bisogna piuttosto evitare che nasca in maniera così ricorrente.
Commenti (1)