Problemi di cuore. C’è chi li risolve buttandosi in una nuova relazione. C’è chi, invece, cerca di riempire il vuoto affettivo, acquistando sempre più cose di cui non hanno bisogno. Viene immessa nel mercato una nuova automobile? La acquistano. Viene immesso il nuovo gadget di una nota griffe? Lo acquistano. Acquisti scellerati. Acquisti affrettati. Acquisti che non servono a mitigare il proprio dolore. Perché la felicità non si ottiene con l’acquisizione di cose materiali. Ci sono 4 motivi a suffraggio di questa tesi:
- “Il disordine”. Comprare oggetti nuovi non consuma solo il nostro spazio fisico, ma anche quello mentale, perché bisogna occuparsene, con cura, altrimenti si entra in un circolo vizioso che ci porta a stancarci subito di una cosa e ne acquistiamo subito dopo un’altra;
- “Sprechi di denaro”. Acquistare il superfluo significa spendere i soldi inutilmente. E’ sicuramente meglio non farsi attrarre dalla potenza e dal fascino del consumismo e cercare di comprare qualcosa di più utile;
- “Materialismo”. Più il vostro amore si rivolge alle cose materiali e più il messaggio che mandate a chi vi circonda è quello di considerarvi persone superficiali e poco attente alle cose veramente importanti della vita;
- “La non felicità”. La felicità non si compra. Si crede di comprarla o si crede che, acquistando un bene materiale aumenti. Ma non è così. Non solo perché di per sé la felicità e le cose materiali viaggiano su binari opposti, ma perché se viaggiassero insieme, la contentezza per l’acquisto durerebbe lo spazio di pochi minuti.
Come ovviare a tutto questo? Ecco 3 consigli per voi:
- Non acquistate solo cose materiali, ma cercate di rivolgere la vostra attenzione sulle esperienze, che vi arrichiranno interiormente. Vi conoscerete meglio e vi rendereste conto veramente dell’origine dei vostri problemi;
- Bisogna evitare di comprare le cose d’impulso. La cosa migliore è pensare un pò prima di acquistare un prodotto, ragionarci su e vedere se realmente ci occorre;
- Dare. Se ciò che cercate è un ritorno, donate, fate beneficienza. Aiutare chi ne ha bisogno riempie il cuore come un oggetto non può fare, perché è asettico e privo di quel qualcosa che ve l’ha fatto comprare e vi spaventa: il sentimento.