Oggi esaminiamo insieme il fenomeno degli oggetti smarriti sotto il punto di vista sociologico ed anche psicologico. L’uomo medio è in grado di perdere di tutto, a partire dal cellulare, passando per il portafogli (vuoto o pieno che sia) ed anche le chiavi di casa o della propria autovettura. Un’inchiesta del Censis ha infatti dimostrato che nei vari comuni d’Italia negli uffici oggetti smarriti dei Vigili Urbani o di altre Forze dell’Ordine si trova di tutto, anche gli oggetti più impensabili.
Proprio di recente il sociologo Enrico Finzi, ha parlato del “vizio di perdere gli oggetti” e soprattutto del fatto che quest’ultimo oltre ad essere un fenomeno molto diffuso è destinato ad aumentare nel tempo per un fattore psicologico, dato che la distrazione aumenta sempre più con l’età; ma anche da un punto di vista sociologico perchè con l’invecchiamento dell’intera società, le dimenticanze vengono trasmesse e di seguito aumentate.
Un aneddoto simpatico sulla distrazione viene fornito sempre da Enrico Finzi che racconta di Brescia, un caso di due anni fa, quanto una persona recapitò all’ufficio Oggetti Smarriti ben 1.200 euro dicendo che seppur la somma era significativa, poteva trattarsi di soldi sporchi e di consegenza aveva preferito restituire il tutto.
Cure e rimedi sembrano non esserci, di conseguenza oltre all’età, sicuramente il perdere gli oggetti deriva da un tipodi vita che scorre intorno a noi troppofrenetica e che ci spinge a pensare a mille cose in un solo minuto non dedicando più tempo ed attenzione a noi stessi e quello che portiamo con noi. L’unico consiglio dei Buddhisti Zen è di dedicarsi un po’ più al proprio corpo ed alla propria mente. Gli esperti ed i guru di questa materia parlano di Pilates e Yoga, per uscire fuori dal tram tram quotidiano e recuperare quella quiete interiore che ci permetterebbe di essere più focalizzati in tutto senza sprecare tante energie…come fa l’uomo moderno.