Migliorare, non essere perfetti. E’ questa la chiave del successo e di una vita meno complessa, più leggera e maggiormente ricca di opportunità da cogliere e prospettive più elevate di benessere psicofisico, relazioni interpersonali meno tese, un giudizio meno severo su se stessi. Spesso si scambia la voglia di imparare cose nuove, di mettersi in gioco, di assorbire avidamente nuove nozioni, con umiltà, determinazione e costanza, con il desiderio di una persona di essere perfetta, di non sbagliare mai. Voler fare le cose al meglio non è necessariamente un sintomo di perfezionismo, può essere al contrario un segnale di serietà, professionalità, passione per quello che si fa, che si tratti di lavoro, piuttosto che di preparare un dolce o di impegnarsi affinché un rapporto decolli.
Quello che conta è fare del proprio meglio, inteso come puntare al massimo che si può dare, tenendo conto delle variabili del momento: il trucco è riuscire a fare tanto avendo a disposizione poche risorse ovvero utilizzare quello che si ha, dal tempo all’inventiva alla creatività alla passione all’aiuto degli altri, per migliorarsi e migliorare le proprie capacità, abilità e doti.
Il miglioramento implica il mettersi in gioco, dunque, sempre, anche quando sappiamo che il margine di miglioramento non è molto alto, ci convinciamo che ne vale la pena perché sarebbe sempre un passo in più nel nostro percorso. Il perfezionismo, invece, chiama in gioco altri fattori che spesso frenano dal lanciarsi in sfide in cui sappiamo di non poter ottenere il massimo. In questo modo ci si preclude non solo la possibilità di migliorare ma anche quella di eccellere.
La vita è movimento e tutto quello che ci porta a progredire, seppur di un millimetro, deve essere accettato e colto al volo, la ricerca della perfezione ad ogni costo è un miraggio che ci allontana dai nostri obiettivi irretendoci nella morsa di un tutto o niente che ci lascia fermi, stagnanti, restii ad ogni cambiamento che non sia quello determinante, senza capire che un grande cambiamento può essere repentino ma può anche essere frutto proprio di quei piccoli passi e progressi che ci rifiutiamo di compiere.