Sempre più stressati, fin dalla tenera età. Si potrebbe riassumere così quanto emerso dal Congresso italiano di Psiconeuroendocrinoimmunologia sul rapporto tra stress e salute, svoltosi a Orvieto dal 27 al 30 ottobre. Il presidente onorario della Sipnei (Società italiana di psiconeuroendocrinoimmunologia), Francesco Bottaccioli, ha infatti tracciato un quadro ben poco rassicurante su quanto lo stress incida sempre di più sui disturbi mentali, e quanto ciò avvenga anche e sopratutto nei bambini.
Bottaccioli ha infatti spiegato che, negli ultimi venti anni, le diagnosi di disturbi mentali causati dallo stress sono aumentate di 2,5 volte, e per i bambini addirittura di 35 volte, al punto che i disordini mentali sarebbero ormai la principale causa di disabilità fra i giovanissimi. Ciò è, probabilmente, dovuto anche ad un eccesso di diagnosi, che comporta spesso un eccessivo ricorso ai farmaci: fra questi, più che i “tradizionali” antidepressivi, sarebbero gli antipsicotici di nuova generazione quelli maggiomente adoperati, al punto da essere fra i farmaci più usati in assoluto, e verrebbero prescritti sin dai 2 anni.
Fra le diagnosi più ricorrenti fra i giovanissimi, vi sarebbe invece il Disordine da deficit di attenzione e iperattività (ADHD). Anche in Italia, si tende sempre più spesso a ricorrere ai farmaci anche nel campo della salute mentale, e si spende ogni anno più di un milione di euro tra ansiolitici e antidepressivi.
Il professor Bottaccioli ha inoltre illustrato che tipo di approccio ai disordini mentali ha la psiconeuroendocrinoimmunologia:
Uno studio dello stress che si limiti all’esame delle relazioni tra i mediatori (neurotrasmettitori, citochine, ormoni) dei tre grandi sistemi biologici studia un artefatto, non l’organismo umano sotto stress. Occorre quindi inserire anche lo studio delle relazioni psicologiche perchè la psiche retroagisce sul cervello e sugli altri sistemi biologici (il sistema immunitario in particolare) modificandoli
ha spiegato.
A proposito di quanto lo stress possa influire sulla nostra mente, Bottaccioli ha anche citato alcuni recenti studi, di cui uno condotto su un gruppo di studenti tedeschi alle prese con la preparazione di un esame particolarmente impegnativo. In tale studio veniva monitorato il cervello dei ragazzi prima che iniziaressero la preparazione, subito dopo l’esame e dopo altri tre mesi. I ricercatori hanno così riscontrato un incremento delle sinapsi dei neuroni cerebrali, e l’allargamento dell’aria occupata da tali neuroni nell’ippocampo e nella corteccia parietale posteriore, che sono le aree del cervello dedicate alla memoria.
Uno stress cronico, invece, riduce queste aree cerebrali, provocando un’attivazione dell’amigdala, che sovrintende alle emozioni. E’ emerso, dunque, che i comportamenti modificano la struttura del cervello.
Al Congresso svoltosi a Orvieto hanno partecipato oltre 300 studiosi di svariati campi della medicina, dei quali circa il 15 % provenienti da Europa e Stati Uniti.
L.F.
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