Sembrerà assurdo quello che stiamo per vedere, ma proprio un gioco definito “d’azzardo” come il poker, potrebbe essere la soluzione ad una serie di interrogativi della vita, dal punto di vista degli insegnamenti e soprattutto del saper vivere.
A parlarne è proprio Matt Matros, uno dei più stimati grinder on line degli Stati Uniti d’America. Il suo profilo è riconosciuto per il fatto che riesce a vincere in partite di poker totali come 1,5 milioni di dollari per tutta la sua carriera.
Già nel 2010, egli si è aggiudicato un braccialetto delle WSOP per l’evento “1.500$ Limit Hold’em”.
La sua professione, oltre a quella di giocatore professionista di poker è la scrittura di tabloid. Il suo editoriale ultimo del Washington Post, infatti, contiene le rivelazioni di cui abbiamo scritto nel titolo. Si legge:
Il poker rappresenta il sogno americano: grazie a questo gioco sono riuscito a realizzare la vita che volevo. Ma il poker è qualcosa di più: insegna a vivere. Sviluppa in te capacità importanti come l’abilità di diventare protagonista nella società civile nel modo migliore, in tutti i campi. I giocatori più forti riescono ad usare la logica, la disciplina, la matematica e la psicologia meglio di chiunque altro. Ed hanno la personalità per riuscire a realizzarsi come professionisti.
Matros prosegue:
Si stima che 50 milioni giochi regolarmente a poker negli USA. Lasciateli giocare online se vogliono. Immaginiamo un Paese dove questo gioco non è solo riconosciuto giuridicamente. Pensiamo se solo la strategia al tavolo potesse essere insegnata nei college (come avviene già in diverse Università statunitensi, ndr): sarebbe un’ottima lezione per sviluppare nuove abilità e doti sufficienti per gestire la propria vita e carriera al top, in ogni settore. Immaginatevi se i giovani potessero realmente essere considerati giocatori importanti nella società civile e non costretti ad accettare percorsi di vita professionale già preselezionati come avviene nella realtà. Il 15 aprile, il Governo ci ha privato di una libertà importante.