Parliamo spesso di stress, depressione e delle tante sfumature di tutti i problemi della nostra psiche. Arriva un momento, talvolta, nel quale è bene riconoscere di non farcela da soli e magari sotto l’egida di un professionista optare per una comunità terapeutica.
Quando arriva quel momento? E’ tempo di optare per una comunità terapeutica quando si ha bisogno di aiuto e la vita nel proprio ambiente di origine rischia di fare più male che bene. Quando gli eventuali progressi nel proprio disturbo sono “falsati” da un modo di vivere che ha bisogno di essere rivisto. Quando per stare bene si ha bisogno di allontanarsi dalle persone alle quali si vuole bene.
Non dobbiamo avere paura di cercare aiuto fuori dal contesto normale quotidiano. Comunità terapeutica non è sinonimo di manicomio o ospedale psichiatrico. Semplicemente talvolta per uscire da una depressione attanagliante o per guarire da un disturbo da stress post-traumatico si ha solo bisogno di staccare la spina, davvero. Prima che il nostro cervello stacchi la nostra definitivamente.
Le comunità terapeutiche sono degli ambienti protetti dove le persone sono seguite 24h su 24h da personale specializzato e terapisti in grado di rimettere in linea la vita emotiva della persona. Di solito questo tipo di strutture sono organizzate per problematica dando modo alla persona di non sentirsi gravata dal proprio problema, facendole sentire che non è la pecora nera della situazione, ma che nessuno è perfetto e che tutti lavorano per ottenere una soluzione che li riporti a vivere una vita normale. Non bisogna avere paura ma abbracciare la possibilità.
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