Come reagire ad una diagnosi di tumore? Quando la vita ti mette davanti ad una prova del genere, quel che diventa basilare è riuscire a combattere il dolore che si prova per trovare la giusta strada verso la battaglia per la vita.
La prima cosa da comprendere è che è normale provare rabbia quando si riceve una diagnosi di tumore. E’ letteralmente un fulmine a ciel sereno e qualcosa che giustamente viene visto come un muro nei confronti di una normale e sana esistenza. E’ normale quindi che la prima reazione sia di incredulità seguita al rifiuto. La domanda “perché proprio a me” è una di quelle che più di sovente vengono in mente senza poter però trovare una risposta.
Ecco quindi che nasce il bisogno di riservatezza e questo non è un male perché la malattia non deve divenire il fulcro della vita della persona. Si ha il tumore, ma non si è rappresentati dallo stesso. E’ importante che la riservatezza non si tramuti in solitudine e depressione, ma è più che comprensibile e giusto non voler parlare sempre della malattia.
Quel che si deve fare, con l’aiuto dei medici e delle persone alle quali si vogliono bene è di evitare sia la rassegnazione che la collera cieca, ma spingere la reazione all’ingiustizia ad essere incanalata nella voglia di vivere e di lottare. Bisogna tentare di spingere il proprio io verso l’accettazione e la pacificazione a prescindere dall’evoluzione della malattia se si vuole riuscire a lottare per guarire.
E se si ha la fortuna di sconfiggere questo mostro, si riuscirà ad apprezzare ancora di più la propria vita e quello che si ha.