Immaginate, o meglio fate appello ai vostri ricordi, di aver faticato tanto per trovare un parcheggio che rispetti i requisiti del consentito: niente doppia fila, divieti di sosta, passi carrabili, marciapiedi, strisce pedonali, bidoni dell’immondizia, fermata dell’autobus, posti auto riservati e così via, la lista è lunga. Insomma, immaginate di aver parcheggiato al posto giusto ma di uscire dal negozio, dal centro commerciale, da casa o dall’ufficio, ovunque vi troviate e non trovare più la vostra auto perché i vigili l’hanno rimossa.
A quel punto vi mettere a cercarla, certi di non aver contravvenuto a nessuna norma a riguardo, e scoprite che si è trattato infatti di un errore dei gestori del traffico. Stressante, vero? Sì, in questo caso sì, e avreste pienamente ragione a rivalervi ed a chiedere il dovuto risarcimento per lo stress causato dalla superficialità del vigile. Controversa è invece la vicenda che vede protagonista una donna incinta che ha parcheggiato sulle strisce pedonali e si è vista, giustamente (?), rimuovere il veicolo.
E’ capitato ad una donna di Palermo nel 2004. Il Giudice di Pace, a suo tempo, le riconobbe un risarcimento pari a 200 euro. A distanza di anni ha ottenuto anche la convalida dalla Cassazione di stress da multa. Lo stress è quello di non trovare l’auto, dover riscattare il veicolo sborsando denaro oltre che, ovviamente, proprio lo stress fisico di rimanere all’improvviso a piedi e dover andare a cercare la vettura.
L’Amat palermitana denuncia:
l’apoditticità del risarcimento del danno basata sulla mera, non riscontrata affermazione dello stress subito nella ricerca della vettura rimossa.
Per la Cassazione, invece, non ci sono dubbi:
Alla luce della comune esperienza la ricerca dell’auto rimossa comporta uno stress, in quanto tale risarcibile.
Voi che ne pensate?
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[Fonte: Adnkronos]