Rispettare i propri limiti e gli spazi altrui possono sembrare due concetti completamente distaccati l’uno dall’altro: in realtà a livello psicologico essi sono legati più o meno agli stessi processi mentali, quelli relativi al contenimento ed alla comprensione delle esigenze.
La parola rispetto in questo caso è la chiave di tutto. Quando si parla di rispettare i propri limiti questo non significa rinchiudersi in una teca di vetro o evitare di vivere la vita e non fare nulla ma semplicemente il rendersi conto di come si è in grado di muoversi e spingersi fino a dove la propria psiche consente. Perché questi limiti possono essere ammorbiditi, ma serve del lavoro specifico da fare e quasi mai è possibile farlo da soli senza farsi del male nel tentativo. E’ per questo che bisogna regolarsi sulla propria velocità e sui propri ritmi: solo in questo modo sarà davvero possibile cambiare e “superare” gli ostacoli.
D’altro canto rispettare gli spazi altrui è altrettanto importante, sia a livello fisico che mentale. Non si può assolutamente costringere gli altri a sottoporsi a vicinanza fisica o continuo bombardamento psicologico se gli stessi non vogliono. Un esempio pratico? Lo spazio personale: non si può convincere chi non lo sopporta a sottoporsi ad un continuo contatto fisico. Come non si dovrebbe spingere troppo per far parlare chi non ha intenzione di condividere i propri pensieri, qualsiasi essi siano, solo perché si è curiosi di sapere. Rispetto, lo ripetiamo, è la parola d’ordine. Sia per fare del bene a se stessi che per farlo agli altri. Ed in ogni occasione.