Spesso abbiamo parlato di divorzio. Negli ultimi tempi sembra essere aumentato il numero di matrimoni che decidono di mettere fine alla propria unione. Le motivazioni che spingono a questa difficile scelta possono essere diverse. Alcuni studi sostengono che il periodo di forte crisi economica che stiamo vivendo sfiducia le coppie a chiedere il divorzio per questioni monetarie e allora proliferano le coppie di separati in casa. Ma altri pensano, invece, che i tempi sono semplicemente cambiati e le relazioni amorose non seguono più percorsi tradizionali.
Oggi, invece, vogliamo parlarvi dei risultati di una ricerca condotta dal Karolinska Institute di Stoccolma. Sono state esaminate 1800 coppie sposate da oltre cinque anni. Attraverso l’analisi del DNA, si è scoperto che le donne che avevano livelli di ossitocina molto bassi erano donne che con maggiore probabilità potevano incorrere in un divorzio. L’ossitocina, chiamato anche ormone dell’amore, quando ha una produzione inferiore rispetto ai livelli normali renderebbe il rapporto di coppia ingestibile. Insomma, secondo lo studio svedese i principali responsabili dell’aumento dei divorzi di oggi sono gli ormoni, e in particolare quando si manifesta una variazione significativa del gene recettore dell’ossitocina. Questa anomalia a livello ormonale comprometterebbe molto la vita delle donne. Infatti, si tenderebbe a non stabilire relazioni affettive, a non volersi sposare ed impegnare in una storia importante.
C’è da precisare che durante il rapporto sessuale l’ossitocina nel sangue raggiunge livelli cinque volte superiori rispetto al normale, ed è per questo che nelle donne in cui non ci sono anomalie nella produzione dell’ormone non ci sono problemi di coppia. Le signore si sentono più appagate, più amante, anche dal punto di vista sessuale. Insomma, tutto deriverebbe da un problema a livello fisico. Così potrebbero essere messi in dubbio determinati pregiudizi sulle donne che ad oggi vengono considerate più “libertine” e con una voglia maggiore di rendersi indipendenti rispetto ai propri compagni.
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