Sarà capitato a tutti di andare da una stanza all’altra della casa, per poi dimenticarsi, improvvisamente, che cosa dovevamo fare o cercare. Alcuni ricercatori dell’Università di Notre-Dame hanno tentato di studiare meglio quest0 fenomeno, attraverso alcuni esperimenti dai quali sono giunti alla conclusione che un cambiamento di luogo anche piccolo, come può essere, appunto il passare da una stanza all’altra, può causare questi brevi vuoti di memoria.
La teoria iniziale degli studiosi era che, entrando in un’altra camera, il cervello lavora per comprendere meglio il nuovo ambiente, e ciò richiederebbe un grande sforzo.
La ricerca si è svolta attraverso tre esperimenti, ai quali hanno partecipato alcuni studenti dell’università che dovevano svolgere contemporaneamente esercizi di memoria. Nel primo, i partecipanti passavano da una stanza all’altra in un ambiente virtuale, prendevano un oggetto su un tavolo nella prima stanza e lo scambiavano con un altro preso sul tavolo della seconda. Poi facevano la stessa cosa, ma senza attraversare porte, perchè gli oggetti erano nella stessa stanza.
Si è potuto così constatare che gli studenti dimenticavano maggiormente passando attraverso una porta per cambiare stanza che muovendosi all’interno della stessa. Secondo il professore, l’arco della porta creerebbe una specie di “evento-limite” che ci ostacolerebbe nel richiamare alla mente pensieri e cose, che, in un certo senso, è come se avessimo lasciato nella stanza precedente.
Il secondo esperimento, invece, si è svolto in un ambiente reale, e gli studenti dovevano scegliere alcuni oggetti da un tavolo e nasconderli in delle scatole, per poi spostarsi all’interno della stessa stanza, o andando in un’altra stanza, passando attraverso una porta: anche stavolta, gli studenti ricordavano di meno se avevano attraversato la porta.
Il terzo esperimento è stato effettuato proprio per verificare se questi momentanei vuoti di memoria erano dovuti proprio al passaggio attraverso dei varchi o semplicemente dal cambio di ambiente. Gli studenti dovevano quindi passare attraverso diverse porte, per poi ritornare nella prima stanza: anche qui, la memoria risultava ridotta. I ricercatori hanno però notato che, se bisogna svolgere mansioni diverse, il passare attraverso la porta può in realta aiutare a “separare” meglio i ricordi, come se li si “catalogasse” a seconda della materia.
Erano già stati effettuati altri studi in precedenza sull’argomento, che pure avevano dimostrato come l’ambiente può intaccare la memoria, e che noi riusciamo meglio a ricordare qualcosa se ci troviamo nello stesso luogo in cui l’avevamo appresa, dal che si può anche dedurre che è meglio, e meno faticoso per la mente, lavorare o studiare sempre nella stessa stanza.
Luca Fiorucci
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