Sensi di colpa ed autocritica, trovare un equilibrio

 Assumersi le proprie responsabilità quando una relazione finisce, quando un rapporto non va nel verso giusto, una carriera non prende la direzione desiderata è il primo passo per interagire sulla base di un approccio con il mondo che sia impostato sull‘io sono ok/tu sei ok. Ricordate, ne avevamo parlato mesi fa. La posizione di vita più proficua, a conti fatti, che più fa stare in pace con se stessi e con il mondo, migliorando la vita sociale e le relazioni interpersonali. Il problema si pone quando dall’assumersi le proprie responsabilità, ammettendo i propri errori, si passa a farsi schiacciare completamente da rimorsi e sensi di colpa.

L’autocritica è una valido strumento perché aiuta a migliorare, a non puntare sempre il dito contro gli altri, ma è pur vero che va dosata e regolata su tassi accettabili, per non assumersi il peso di tutto quello che non va nel nostro mondo e nel mondo in generale. Certi torti che si subiscono, specie se gravi e che ledono il rispetto fondamentale di una persona, non sono giustificabili dalle nostre azioni o dal nostro comportamento più o meno sbagliato.

Bisogna riconoscere i propri errori ma anche accettare, a volte, che siano stati gli altri a sbagliare e che la nostra parte di responsabilità in alcune vicende che ci coinvolgono non sempre è a metà piuttosto che la maggior parte, tutta o comunque la più grave ed incisiva.

Bisogna migliorare, imparare dai propri errori ma anche non sentirsi in colpa per quello che si è davvero. Negare se stessi, sentirsi sempre quelli sbagliati o quelli che hanno commesso i passi falsi più grandi non servirà né a stare meglio né a farsi benvolere dagli altri. Assumersi responsabilità che non sentiamo nostre, nemmeno lontanamente, nel dialogo più profondo e sincero con noi stessi e con la nostra coscienza, è un atteggiamento che ci porterà all’autodistruzione della certezza di poter sbagliare ed essere comunque giusti, a smontare le nostre convinzioni, il nostro modo di essere.

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