E’ sulla bocca di tutti ciò di cui il pilota della Germanwings tedesca Andreas Lubitz si è macchiato qualche giorno fa e le ipotesi lanciate sono ovviamente molteplici. Può una sindrome da burnout giustificare una simile strage?
Man mano che si scava nel passato dell’uomo si scoprono particolari di cui non si aveva idea: forte depressione in passato, problemi trascinatisi nel presente, certificati medici per malattia non consegnati. Sono tante le cose che contribuiscono a rendere questo quadro incredibile ogni giorno di più che passa. In molti si stanno chiedendo se l’uomo non fosse vittima della sindrome di burnout, uno stress così forte che porta a smettere di provare empatia per le persone che ci sono accanto e che può portare ad avere reazioni inconsulte. Sono tre le manifestazioni più importanti di questa sindrome:
- Esaurimento emotivo: ci si sente svuotati e stanchi, e si manifestano dei problemi di tipo fisico.
- Alienazione al lavoro: viene considerato sempre più frustrante e difficile. Non solo si diventa cinici ma si smette di preoccuparsi del lavoro e delle persone che collaborano allo stesso.
- Prestazioni non adeguate: si fa fatica a concentrarsi si manca di iniziativa.
Non è un quadro che si adatta perfettamente a quel che si sa del pilota omicida. E va detto che la maggior parte degli esperti punterebbe di più su una possibile psicosi dell’uomo, capace di potarlo a preparare un gesto come quello poi eseguito. Vi è stata la freddezza di applicare un piano approfittando di un occasione che sarebbe potuta mancare. Con molta probabilità solo il tempo sarà in grado di darci risposte più chiare.
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