A cena il fattore social è all’apice. Stare insieme in un clima di convivialità distende la mente ed aiuta a conoscere nuove persone in maniera più sciolta, con un approccio più naturale. E’ il motivo del successo del social dining, nato negli States (e dove se no?): utilizzare la rete per scovare dei compagni buongustai, lasciare a casa smartphone&co per connettersi intorno ad un tavolo, davanti ad un primo e ad un bicchiere di buon vino.
Il primo segnale che inizia a mancare il contatto umano, quel vis-à-vis che va oltre la webcam e si colora di sensazioni, voce naturale, sguardi più vividi, strette di mano più calde di un animoticon? O magari è l’ennesima dimostrazione che tutto parte sempre da lì, dal 2.0, il contatto in rete, per poi trasformarsi in incontro in carne ed ossa ed avvicinare persone dagli interessi comuni? Socializzare è il fine, insomma, social network e community sono solo un mezzo.
Lo start al social dining negli States lo ha dato Grubwithus, creato da Eddy Lu e Daishin Sugano. Oggi conta già 10 mila utenti. I due hanno sviluppato l’idea dopo essersi scontrati con le difficoltà di inserimento in una grande città come Chicago: con chi uscire la sera? Da qui si è illuminata la lampadina di offrire un servizio che permettesse anche alle persone sole, che non conoscono ancora nessuno, di cenare in compagnia, per evitare di finire a mangiare davanti al computer. Ognuno paga per sé, ovviamente. E’ vietato non rispettare le opinioni altrui in fatto di religione, politica ed altri temi sensibili. Le cene ospitano dalle 5 alle 24 persone e sul portale si può offrire una breve descrizione di sé per evitare di ritrovarsi completamente all’oscuro sui commensali. La cena dura due ore ed i menu partono dai 25 dollari.
Per chi preferisce il pranzo e, più che socializzare, parlare d’affari, c’è invece LetsLunch.com, lanciato nella Silicon Valley, il che è tutto dire, 45 minuti trascorsi con persone dallo stesso karma professionale. Per tentare la scalata ed uscire dunque con persone sempre più interessanti, professionalmente parlando, basta aggiudicarsi giudizi positivi dai commensali. Insomma un pranzo d’affari. Preferiamo il primo servizio, decisamente.
imar 15 Dicembre 2011 il 23:35
Volevo segnalare il nuovo sito di social dining in Italia, molto carino e ben fatto
http://www.imeatyou.it