La solitudine può innescare un circolo vizioso molto pericoloso, rendendoci più vulnerabili a certe malattie, che possono portare anche ad una morte prematura. A sostenerlo è un nuovo studio condotto da un team di ricercatori dell’Università della California a Los Angeles (UCLA), i cui risultati sono stati presentati al meeting “Social Psychology and Perception”.
La ricerca, infatti, ha messo in luce un legame biologico tra la cattiva salute e la solitudine. L’essere soli può causare un indurimento delle arterie, infiammazioni di vario tipo, o influire sulle facoltà cognitive come, per esempio, problemi di apprendimento o la memoria. Al contrario, la compagnia degli altri fa bene non solo all’umore, allunga la vita e aiuta ad invertire la tendenza ad isolarsi ancora di più.
Come dimostrano diversi studi, tra coloro che sono socialmente isolati si misurano i più alti tassi di cancro, infezioni e malattie cardiache. In più soffrono di maggiore mortalità per qualsiasi causa. I pericoli dell’isolamento sono quindi reali e vanno affrontati subito, prima che sia troppo tardi.
Ciò che ha destato maggiore interesse da parte dei ricercatori è stato l’effetto di sovra-espressione e sotto-espressione dei geni. Nelle persone sole il sistema immunitario infatti si mostrava una, per così dire, anomala attivazione del sistema immunitario e una risposta all’infiammazione. Nel caso invece di una sotto-espressione si notava un’anomalia nell’espressione dei geni coinvolti nelle risposte antivirali e nella produzione di anticorpi. Tutto questo rende la persona sola più vulnerabile agli attacchi degli agenti infettivi e altri fattori patogeni.
Secondo gli scienziati se si attiva questa risposta da parte del sistema immunitario è perché si ritiene il mondo una minaccia. Le persone sole sono inconsciamente convinte che dal mondo bisogna difendersi, di qui la risposta anomala.
Come concludono i ricercatori:
Proprio come per la minaccia del dolore fisico, la solitudine protegge il corpo sociale. Esso consente di sapere quando le connessioni sociali iniziano a sfilacciarsi, e fa sì che il cervello vada in allerta nei confronti delle minacce sociali. Essere soli può generare da iper-reattività a comportamenti negativi nelle altre persone, così le persone sole vedono quei maltrattamenti come più gravi. Questo rende possibile il cadere ancora di più nella solitudine.