La crisi economica e la precarietà hanno reso i posti di lavoro fortemente instabili, ponendoci faccia a faccia con la possibilità di essere licenziati e ritrovarci nuovamente alla ricerca di certezze lavorative. Come comportarsi in caso di licenziamento? Come sopravvivere alla disoccupazione senza auto-distruggerci?
Quando si perde il posto di lavoro tendiamo soprattutto ad analizzare le conseguenze economiche che comporta; in realtà arrivare a fine mese senza stipendio non riguarda solo bollette e mutui non pagati, ma anche gli effetti che il licenziamento provoca sul benessere psicologico delle persone. Essere licenziati, infatti, provoca uno stato di profonda insicurezza che ha origine nel portafogli ma che si scarica sull’autostima e la dignità dell’individuo coinvolto, portandolo a dubitare delle proprie forze e capacità, in particolare se ha una famiglia da mantenere.
La paura che ne deriva è così grande da coinvolgere non solo la persona licenziata, ma anche i suoi colleghi, compromettendo quindi la serenità e l’equilibrio che favoriscono la produttività personale; per quanto riguarda questi ultimi la cosa migliore da fare è capire se ci sono atteggiamenti in conflitto con le mansioni professionali richieste dai superiori ed eventualmente evitarle ed impegnarsi nel proprio lavoro senza però vivere nella continua paranoia che possa capitare a noi.
Nel caso del licenziamento vero e proprio, invece, dobbiamo concentrarci sulle conseguenze negative sia economiche che psicologiche, cercando di soffrirne il meno possibile; per esempio sapendo che da quel momento in poi avremo pochi soldi a disposizione evitiamo ogni spesa non necessaria, dal mangiare fuori ai piccoli lavori domestici ai nuovi acquisti, facendo la spesa quotidiana non al supermetcato ma al discount e rinunciando alla macchina quando possibile. Si tratta di abitudini che ci permettono di risparmiare a fine mese una somma non indifferente ma che per alcuni compromettono anche la loro sicurezza; associano il licenziamento alla costrizione ad una vita “da povero“, priva di piaceri e dignità.
La cosa importante è quindi lavorare anche dal punto di vista psicologico accettando l’accaduto con il desiderio di cambiare le cose, inviando curriculum nei lavori più vari e senza sentirci una nullità se i colloqui non vanno a buon fine; uno dei consigli più validi per non perdere la speranza è non spezzare le abitudini che avevamo prima del licenziamento, continuando quindi ad alzarsi presto e a fare le attività quotidiane, partendo dalla routine mattutina per ritrovare l’energia adatta per le giornate meno facili.
Come sopravvivere al licenziamento ed evitare l’auto-distruzione
di 9 Febbraio 2010 15:461
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