Oggi parliamo di un argomento che potremmo definire tabù sin dai più antichi tempi, e che ancora oggi, seppur la nostra modernità ci ha portato ad accettare qualsiasi tipo di perversione, rimane uno degli ordini più scottanti da toccare.
Il tutto parte da un presupposto fisico e chimico legato ai sentimenti e soprattutto all’attrazione fisica. Queste due entità, possono essere così forti, al punto da essere incontrollabili e possono portare anche la persona tra le più razionali ad uscire fuori da ogni limite ed andare quindi a colpire individui legati ad altri che sono legati da un legame di parentela anche molto stretto.
Si tratta secondo la letteratura di casi molto rari, ma comunque reali che spesso possono essere importanti per motivi di studio nell’ordine del profilo psicologico. Ad esempio parliamo di un recente caso di cui la cronaca ci ha parlato di una ragazza Irlandese e del suo padre naturale. I due, separati dalla nascita di lei per motivi di lavoro (padre emigrato negli Stati Uniti d’America per lavoro), non si erano più visti. Dopo la morte di tutti i suoi parenti in Irlanda, la giovane ha tentato di ritrovare il suo familiare rimasto e di conseguenza l’ha trovato.
L’incipit psicologico avviene nel momento in cui, tra i due scatta una incontrollabile attrazione sessuale e sentimentale, che la psicologia moderna definisce come attrazione genetica sessuale. Questa si verifica quando tra due parenti di sangue si incontrano per la prima volta da adulti e purtroppo va a finire con una necessità, un impulso chimico di terminare la loro storia con un incesto. Il problema principale è sicuramente etico, anche perché la società moderna non ha mai superato questo tabù e non riesce a superare i rapporti visti come coppie tra geni dello stesso sangue, probabilmente anche per un fatto religioso. Fatto sta che non si tratta di una forma di perversione, ma purtroppo di un vero e proprio input fisico del corpo e della psiche.
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