Se in questi giorni vi sentite storditi, avete un calo dell’attenzione, mal di testa, problemi digestivi, reffreddore, mal di gola, tosse e dolori muscolari, riflettete potrebbe essere una chiara manifestazione da stress da rientro o ancor meglio di quello stato di tristezza definto da da post-vacanza. La causa dell’improvviso cambiamento del nostro umore è dato solitamente dal “forzoso” e repentino cambiamento delle abitudini: se le vacanze c’hanno visto rilassati e impegnati in attività che non comportano particolari obblighi, il ritorno a casa e al lavoro ci ripiomba in una realtà fatta di obblighi e la ripresa dei ritmi e scadenze quotidiane.
Addirittura, questi sono cambiamenti che se avvengono bruscamente possono provocare un forte disequilibrio non solo psicologico, ma soprattutto fisico. Il corpo ha bisogno dei suoi tempi per “acclimatarsi” e riappropriarsi delle precedenti condizioni di vita, l’intervallo che sottende i due momenti, può rivelarsi dunque piuttosto difficile e questo è la ragione per cui si percepisce tristi, distratti, poco presenti.
Non allarmiamoci però, queste sono sensazioni che dopo un po’ tendono a “sbiadire”, possono essere infatti ridotte e contenute con qualche attenzione. Ci può innanzitutto preparare in anticipo e lentamente al cambiamento e pensare di dedicarsi qualche giorno di riposo prima del rientro effettivo. In questo modo le vacanze se è pur vero che terminano e a malincuore, almeno non ci vedranno privi di energie.
E’ importante anche che si riprenda la vita quotidiana e in modo assolutamente graduale, non avvilendosi, nè impaurendosi per l’eventuale mole di lavoro che c’aspetta al rientro. Un consiglio ci sentiamo di darlo: nella prima settimana provate a puntare alla risoluzione di piccoli obiettivi e urgenti, solo in un secondo momento dedicatevi a progetti di lavoro più complessi e ambiziosi.
Una curiosità: lo stress post-vacanza, in inglese si chiama Post-Vacation Blues e “blue” significa anche tristezza, depressione. Questo è anche il nome dello stile musicale blues, che riconosciamo come un canto di protesta, tristezza, dolore e rassegnata mestizia.
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