Noi siamo molto di più di quello che appariamo e l’autostima deve essere sempre ad amabili livelli, ma è altrettanto vero che lo stress può fare invecchiare la pelle: come si fa a rinunciare a parlare di neurocosmesi?
Questo tipo di approccio, come indica la stessa parola, unisce la cura della mente insieme a quella estetica del corpo: in fin dei conti è innegabile che quando siamo troppo stressati la pelle ne risente con rughe, brufoli e quant’altro la nostra epidermide sia in grado di produrre se sottoposta alle sollecitazioni sbagliate.
La neurocosmesi è in pratica una disciplina che mette in relazione la pelle ed il sistema nervoso ed il modo in cui quest’ultimo la influenza. Quel che si vuole raggiungere è riuscire a stimolare biochimicamente anche il sistema nervoso chiedendogli di “aiutare” con particolare odori e con sostanze non solo a “combattere lo stress” ma anche a limitare i suoi effetti sull’epidermide. Come spiega il dott. Umberto Borellini, cosmetologo, psicologo e coordinatore di Roma International Estetica:
La bellezza è strettamente connessa alla PNEI, acrononimo di PsicoNeuroEndocrinoImmunologia, quella scienza che indaga i rapporti di reciproca influenza fra psiche, sistema nervoso, sistema endocrino e sistema immunitario. La nostra vita è continuamente condizionata da una moltitudine di messaggi di varia natura: possono essere materiali o chimici, come gli odori che penetrano nel naso o le molecole di caffeina che si immettono nel circolo sanguigno; altri sono elettrici, come i meccanismi di trasmissione delle percezioni attraverso i sensi; altri ancora sono termici o meccanici, come gli effetti del calore e della pressione. Tutti i terminali di queste sensazioni sono posizionati sulla cute. Si può dire che la nostra pelle tiene sotto controllo l’ambiente, continuamente.
Perché quindi non sfruttare questo legame contro lo stress ed i suoi effetti?