L’attesa di un bambino è un evento che porta grande felicità nella vita di una donna. Se supportata dal proprio partner, si tratta della notizia più bella per una donna. Ma allo stesso tempo può comportare una forte ansia e un grande stress. Diventa più complicato pensare a se stessi e al proprio futuro in vista dell’arrivo di un nuovo componente nella famiglia. Aumentano le preoccupazioni e si cerca di essere preparate il più possibile. Curioso è quanto scoperto da uno studio condotto dalla Oxford University insieme a ricercatori statunitensi: il sesso del nascituro può essere correlato alla quantità di ansia che la madre vive durante la gravidanza.
In pratica, sembrerebbe che la donna assalita da grande stress durante la gravidanza ha maggiori possibilità di partorire una figlia femmina. In passato vi erano stati degli studi che avevano accertato, all’opposto, come si fossero registrate molte nascite di sesso maschile in concomitanza con grandi eventi catastrofici mondiali, come la caduta delle Torri Gemelle dell’11 settembre 2001 oppure la caduta del Muro di Berlino.
Secondo i ricercatori inglesi, invece, il sesso del nascituro dipenderebbe soltanto dalla madre. È la donna con il suo stato d’ansia a determinare il sesso del bambino. Più alto è lo stress, più è elevata la possibilità di partorire una femmina. Tutto dipenderebbe da un ormone, il cortisolo. Le 338 donne inglesi sottoposte all’indagine hanno misurato i propri livelli di cortisolo. E si è evinto che se l’ormone supera una certa soglia, le donne hanno ben il 75% di possibilità in più rispetto alle altre di diventare madri di una figlia femmina.
C’è da precisare, però, che la ricerca è ancora sperimentale. A dirlo è la stessa ricercatrice Cecilia Pyper che ha tenuto a precisare:
È importante inserire questa nuova teoria nel giusto contesto, riconoscendo che si tratta di uno studio limitato e comunque è la prima volta che una ricerca suggerisce che lo stress del pre-concepimento può influire sul sesso del nascituro. Questa ipotesi deve essere quindi testata e provata da ulteriori studi che possano confermarla o confutarla.