L’Organizzazione Mondiale della Sanità riconosce ora lo stress sul lavoro come malattia: un via libera che arriva dopo decenni di studi e confronti sul tema e che finalmente in questo modo affronta un problema in crescente aumento.
E’ importante sottolineare quanto questo riconoscimento ufficiale abbia importanza: una simile decisione chiama in campo anche gli effetti del mobbing e di qualsiasi pratica avvenga sul luogo di lavoro. Era ormai diventato impossibile far finta di non vedere o accettare quello che accade quanto una persona è sottoposta ad un forte stress all’interno del contesto lavorativo: i segni con il passare degli anni si sono fatti sempre più chiari sui lavoratori. Si parla di conflittualità con i colleghi o con i superiori, irritabilità, isolamento e demotivazione ma anche mal di schiena, mal di testa, disturbi del sonno, mancanza di appetito e debolezza: l’intero quadro psicofisico viene colpito.
Ora il burn out da stress da lavoro è una realtà riconosciuta ufficialmente tanto da essere inserita all’interno dell’ICD, l’International Classification of Diseases (ICD), ovvero il manuale attraverso cui i medici diagnosticano le patologie. Certo, il nuovo elenco entrerà in vigore solo nel gennaio del 2022, ma deve essere considerato un passo importante nelle lotta contro lo stress. Lo stress da lavoro apparirà all’interno della sezione “occupazione e disoccupazione” con un elenco di sintomi tra i quali figurano anche spossatezza psichica e fisica, alienazione, negatività, cinismo, riduzione della qualità delle performance lavorative.
Questo riconoscimento obbligherà i medici a non considerarlo più come parte dei disturbi dell’adattamento, ansia e altre alterazioni legate all’umore.