Sognare una pelle abbronzata è un desidero comune: tuttavia negli ultimi anni si sta diffondendo una vera e propria dipendenza da lampade e lettini solari. Questa nuova ossessione, ribattezzata “tanoressia” (unendo la parola inglese tan, ovvero abbronzatura, e anoressia), non mette a rischi solo la pelle, ma si intreccia con altre patologie come ad esempio l’ansia e l’abuso di alcol o droghe.
Catherine Mosher, del dipartimento di Psichiatria e Scienze del comportamento del Memorial Sloan-Kettering Cancer Center di New York e Sharon Danoff-Burg, del dipartimento di Psicologia dell’università di Albany hanno intervistato 421 studenti di college, dei quali 229 avevano fatto uso di lampade solari. Fra loro, circa il 35 per cento mostrava segni di dipendenza patologica da forzati dell’abbronzatura.
I ragazzi sono stati sottoposti a test solitamente usati per rilevare disturbi da abuso di sostanze, che includono domande come: «Quando ti svegli al mattino vorresti fare un lettino solare? Hai mai mancato un appuntamento per andare al solarium? Ti senti mai in colpa per usare così tanto apparecchiature abbronzanti?».
Proprio come gli anoressici non si sentono mai abbastanza magri, i tanoressici non si vedono mai abbastanza scuri. E come gli alcolisti e i tabagisti, sanno benissimo quali sono i rischi collegati a questa loro abitudine, ma non riescono semplicemente a smettere.
Ma come si diventa tanoressici? Oltre all’aspetto meramente estetico – l’abbronzatura conferisce un colorito molto più piacevole – è dimostrato che la prolungata esposizione al sole mette di buonumore. Secondo recenti studi, infatti, esiste un legame tra buonumore, esposizione al sole e produzione di serotonina.
La tanning addiction può manifestarsi nei giovani, ma più in generale nelle persone a disagio, che fanno fatica ad accettarsi: il colore della pelle diventa un sintomo dell’insicurezza, innescando così un circolo vizioso dannoso per la salute.
A correre i maggiori rischi sono i giovani: prima dei 30 anni infatti la tintarella artificiale aumenta del 75% il rischio di sviluppare un melanoma, il più aggressivo fra i tumori della pelle.