Compatibilità… quante volte, in riferimento a screzi nella vita di coppia e divergenze di opinioni e di carattere, abbiamo sentito o pronunciato la frase: “Non siamo compatibili”.
Eppure, a pensarci bene, i primi periodi di una relazione, provate a rivangarli, sono per molte coppie abbastanza tormentati, costellati da discussioni piuttosto accese e liti furibonde.
Poi, se tutto va bene, e se lo scontro si trasforma in confronto, come per magia, ci si sente più affini, forse perché scoprire le carte, i tasti dolenti, aiuta a creare una mappa di zone sensibili da non valicare se non si vuole offendere e litigare con il partner. Dunque, la compatibilità che cos’è? E’ una questione di test o di testa? Che ne pensano a riguardo gli esperti?
Recenti studi, come abbiamo avuto modo di vedere, reputano maggiormente compatibili le persone con interessi comuni, sfatando il mito che gli opposti si attraggano, almeno non per quanto riguarda le relazioni durature. Ebbene, spesso si guarda all’amore in modo sbagliato. La compatibilità viene intesa come un concetto dato che dipende dai tratti della personalità in comune. E invece la compatibilità è un processo continuo, in costante evoluzione, da negoziare e rinegoziare incessantemente con l’altro. Eh, già perché si può essere affini in un periodo della vita, ma tutto cambia, noi cambiamo, siamo diversi, e questo presuppone che anche l’altro cambi insieme a noi, per viverci diversamente e rimanere ancora insieme, non da sconosciuti, ma da compagni di viaggio.
Il professor William Doherty, terapista di coppia e docente all’Università del Minnesota, spiega che spesso le coppie che divorziano pronunciano questa frase:
Non abbiamo niente in comune.
Eppure hanno una casa in comune, dei figli in comune, 20-30 anni di esperienze di vita in comune. La compatibilità è spesso sopravvalutata in una coppia, viene vista come la base per ottenere sempre di più, in breve si crede che una persona compatibile con noi debba fare necessariamente tutto quanto ci piace. Se non accade, allora siamo incompatibili. In realtà non è la compatibilità che predice la felicità di una relazione, bensì il modo in cui le persone interagiscono. Una coppia ha bisogno di sapere che sta costruendo qualcosa insieme, qualcosa che abbia un senso per entrambi.
Secondo John Gotman, direttore del Relationship Research Institute di Seattle, l’unico test di compatibilità che dovremmo fare ogni giorno consta solo di due domande:
- Quanta attenzione ci stiamo dando a vicenda?
- Il mio partner risponde con lo stesso entusiasmo?
Molte persone divorziano perché crescono separate. Compatibili o meno che fossero all’inizio. E’ l’approccio all’altro che non deve cambiare rispetto all’inizio di una relazione. Piuttosto che aggredire il partner che rientra tardi dal lavoro apostrofandolo con un’accusa: Perché non hai chiamato per avvisare? si potrebbe ad esempio chiedere: E’ successo qualcosa? Ero preoccupato per te.
Non conta tanto l’affinità, spesso contano maggiormente le aspettative che abbiamo su un rapporto che tendono ad autoavverarsi. Dunque, meglio essere sempre positivi e fiduciosi, sognare grandi cose per noi, vedere il mondo in rosa e crescere questa visione insieme. E’ un buon punto di partenza anche senza sottoporsi ad alcun test, a quello ci penserà la vita…