Tutta da rifare è un libro scritto da Giorgia Wurth sul senso della chirurgia estetica ma non solo. L’argomento principale infatti non è tanto il significato dell’intervento di per sè ma l’analisi del modo di guardarsi più fuori che dentro che sembra avere tragicamente preso il sopravvento nella nostra società; un vero spunto di riflessione che si affaccia su tematiche che vanno aldilà del semplice aspetto estetico.
Giorgia Wurth, conduttrice, attrice e blogger ha deciso di scrivere il suo libro dopo essere venuta a conoscenza del desiderio di alcune ragazze napoletane, che avevano chiesto ai loro genitori di rifarsi il seno come regalo di Natale; ciò su cui però si basa realmente la sua opera è l’aver scoperto che non si trattava di casi isolati, ma che nella nostra società sottoporsi ad un intervento chirurgico è diventato molto più frequente di quanto si pensasse. Se ieri si chiedeva per regalo un vestito o un accessorio che risaltasse il nostro aspetto esteriore, oggi si pensa direttamente a cambiare il corpo.
Questa riflessione corre lungo il libro “Tutta da rifare“, che racconta le vicende di due ragazzi, Lorenzo e Sole. I due crescono insieme, arricchiti dalle esperienze che li trasformano da bambini ad adolescenti nonostante Sole viva costantemente nell’insicurezza e nella paura del giudizio altrui, fin quando alla maturità chiede ai genitori di regalarle un seno “nuovo”.
Giusto o sbagliato? Il problema è che la scelta non si ferma qui, perchè Sole, che sogna di diventare famosa, prende il primo intervento come l’inizio di una trasformazione che la cambierà radicalmente.
Si sottopone a liposuzione, gluteoplastica, malaroplastica, si rifa naso, labbra e orecchie con l’errata convinzione che questo possa aiutarla a sentirsi più in pace con se stessa, ma ottiene il risultato opposto e si ritroverà ad affrontare problemi ben più seri del semplice difetto fisico.
La chirurgia estetica come ogni cosa può rivelarsi di grande aiuto per molte persone, ma in realtà molti interventi superano il limite che ogni cosa dovrebbe avere. Colpa dei genitori? Menefreghismo verso quei figli ai quali è più facile regalare un seno nuovo piuttosto che aiutarli ad accettare i propri difetti? Probabilmente sì, ma non sono i soli colpevoli. In una società come la nostra non ci resta che sperare che il messaggio della Wurth possa influenzare molte più persone di quanto programmi come “la pupa e il secchione”, trasmessi all’ora di pranzo e cena, non facciano.
Foto: http://www.flickr.com/photos/franco_romagnoli/2783912257/
Tutta da rifare, un libro sul senso della chirurgia estetica
di 8 Giugno 2010 13:240