La situazione è davvero drammatica e le riflessioni purtroppo si sprecano: una famiglia su quattro s’indebita, è dunque allarme povertà?
Di questo ci informa infatti la decima indagine Acri-Ipsos e se ne evince purtroppo, che il venticinque per cento degli italiani, fa debiti oppure erode i suoi risparmi. Innanzitutto va spiegato che ciò che emerge significativamente e in modo piuttosto preoccupante, è che oggi, nel nostro Paese – come abbiamo già accennato all’inizio – una famiglia su quattro consuma più di quello che incassa.
Tale trend, è cominciato in Italia almeno una decina d’anni fa, e che, in questo momento, è legato a due diversi fattori: da una parte è dovuto alla crisi economica, dall’altra (anche a causa delle crescenti e nuove emergenze) dipende dalla conoscenza e la maggiore confidenza, che l’italiano, da sempre risparmiatore, sta acquisendo nei confronti degli strumenti di credito al consumo.
In sintesi: ci avviciniamo sempre di più al modello e alla cultura anglosassone, quella secondo la quale le generazioni più giovani sono e più consumano, rinviando i costi al futuro.
Basta concentrare la nostra attenzione, sulle carte di credito revolving o rateali per farci un’idea più chiara dell’entità del fenomeno.
Sia chiaro, gli italiani hanno ancora molte remore e non amano (per fortuna) l’indebitamento: e infatti, normalmente, questo accade, per far fronte ad eventi che non sono permanenti e dunque si tratta solitamente del desiderio di voler mantenere lo stesso tenore di vita durante un periodo diffcile, come può essere una cassa integrazione oppure per potersi godere una vacanza.
Un’atteggiamento che in sè non contiene alcuna accezione negativa, sempre che resti però confinato entro un limite ragionevole, “sopportabile”. E come si può demarcare tale limite, qual’è? Quello entro il quale la famiglia che si indebita, riesce in tutta tranquillità a pagare gli interessi maturati sui finanziamenti sottoscritti.
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