In vacanza dal lavoro e da cosa altrimenti? Sembra scontato che le ferie rappresentino il momento di staccare la spina, lasciando in ufficio progetti, contatti, relazioni in sospeso, dossier da leggere, documenti da firmare, pratiche da intraprendere, clienti assillanti, discussioni. Non solo è difficile lasciarsi dietro le noie ma spesso lo è ancora di più abbandonare l’entusiasmo per un nuovo lavoro, un’opportunità di crescita allettante, nuovi interessanti sodalizi professionali.
Insomma staccare completamente, anche per chi potrebbe, richiede una certa forza di volontà e la capacità di lasciare, almeno per qualche giorno, la vita lavorativa fuori dai pensieri, dai discorsi, vivere senza investire risorse, in poche parole riposarsi impostando la mente su off. Quanti italiani lo fanno davvero? Pochi, davvero molto pochi. Appena uno su due. Stando ad un recente sondaggio condotto da Infojobs, portale dedicato alla ricerca di lavoro in Italia ed in Europa, ben il 51% degli italiani continua a rimuginare sulle questioni di lavoro anche mentre è in vacanza, malgrado riservi le sue preoccupazioni solo per le effettive urgenze.
Il 23% ci pensa invece di continuo e non trova pace. Ad invadere la vacanza è la tecnologia: smartphone, pad, pc ed altri tablet che portano l’ufficio (e i colleghi) sotto l’ombrellone.
Il 56% del campione di 600 persone intervistate ha risolto questa ingerenza di sfera lasciando i dispositivi dedicati al lavoro in città. Il 35% degli intervistati si sente invece sotto pressione anche nei giorni liberi proprio per la presenza di questo contatto costante con l’ambiente lavorativo mediato dalle nuove tecnologie di comunicazione.
Questa reticenza a spegnersi per una o due settimane in realtà non è affatto vantaggiosa e non solo per il benessere psicofisico ma anche per la produttività. Il cervello che stacca ricarica le batterie, riparte con nuovo slancio, idee fresche, al contrario una mente stanca e logora che si trascina il lavoro in vacanza rischia di farci tornare ancora più stressati in ufficio, con effetti poco piacevoli sul livello di attenzione, sulla capacità di concentrazione e sul rendimento lavorativo.