Timidezza, caratteristica innata? Secondo quanto afferma il dottor Bernando J.Carducci, psicologo, docente alla Indiana University Southeast, non si può nascere timidi per almeno tre ragioni che sono legate a quello che è lo sviluppo stesso di questo tratto. La timidezza, infatti, include l’eccessiva coscienza di sé; un’autocritica negativa altrettanto smisurata; preoccuparsi troppo di se stessi e sempre in chiave tutt’altro che positiva.
Fino ai diciotto mesi, il bambino non sembra possedere coscienza di sé. Ecco perché, sostanzialmente, non si può nascere timidi. Secondo Darwin la coscienza di sé si ha per la prima volta quando il neonato inizia a riconoscere la sua immagine riflessa nello specchio. Secondo ricerche più recenti che si devono a Damon e ad Hart, tutto ha inizio intorno ai sei mesi e si consolida nel giro di un anno. Come facciamo a sapere che il bimbo pensa di indicare se stesso nello specchio? Lo dimostrano gli studi di Gallup e Suarez. Il bimbo, se vede qualcosa riflesso nello specchio in prossimità del suo naso, non tocca lo specchio bensì si tocca il naso. In pratica sa di essere lui quello riflesso e non un altro bambino.
Bene, se è vero che non nasciamo timidi, è pur vero, come afferma Jerome Kagan della Harvard University che possiamo possedere un temperamento definibile come inibito, caratteristiche biologiche che ci portano a reagire fisiologicamente in maniera eccessiva agli stimoli dell’ambiente esterno. Ad esempio, se un estraneo entra in casa, ci si nasconde dietro alle gambe dei propri genitori o ancora si gioca da soli piuttosto che in gruppo e così via discorrendo. Ad un forte rumore si piange più a lungo rispetto agli altri bambini, altro esempio, la frequenza cardiaca più accelerata durante le interazioni sociali.
Niente però dimostra che questi bambini saranno timidi anche da adulti. Molto spesso, piuttosto, questo temperamento influenzerà le scelte. Ad esempio, si preferirà un luogo silenzioso come la biblioteca alla discoteca, si avranno pochi amici fidati piuttosto che comitive più ampie e così via, dunque si conosceranno di conseguenza persone dal carattere simile, ma sono più percorsi legati alla personalità che ad un singolo tratto del temperamento.
La biologia, infatti, non segna il nostro destino, è bene ricordarlo sempre. La timidezza deve essere un fattore come un altro, sotto controllo, e non deve mai prendere le redini della nostra vita. Finché va così non ci creerà mai alcun problema.